Fonte: Vigilanzaprivataonline
Sono disponibili i risultati dell’indagine commissionata da Federsicurezza a Format Research sul sentiment in merito alle società di vigilanza e sicurezza privata, che compara le imprese della sicurezza del 2013 all’universo delle imprese italiane che lottano per la competitività in altri settori, evidenziando purtroppo più ombre che luci.
Le imprese della sicurezza mostrano maggiore sofferenza (52%) rispetto al resto delle imprese italiane interpellate (49,2%), ma gli operatori che nel 2012 hanno migliorato le proprie performance (7,3%) assommano una percentuale maggiore rispetto al resto del campione (5,4 %).
Qual è quindi la ricetta del successo? Risulta premiante la scelta di proporre servizi fiduciari, che nel 2012 hanno visto un trend più favorevole rispetto alla vigilanza tradizionale e che sono oggetto di attese migliori per il 2013. Ed è premiante il dimensionamento aziendale, visto che l’andamento dei ricavi – sia nel 2012, sia nella prospettiva 2013 – è migliore della media del campione per le imprese più grandi, stabile per le imprese di dimensioni intermedie e peggiore per le più piccole, già penalizzate dalla riforma di settore.
Non è però premiante lo scenario generale: la pressione fiscale, la crisi e i tempi di pagamento dei clienti della sicurezza, nettamente superiori alla media del campione nazionale, mettono a dura prova le tenuta finanziaria delle aziende. Il credit crunch fa il resto.
Non sorprende quindi che le condizioni finanziarie delle imprese della sicurezza appaiano più precarie rispetto alla media del campione (nel 2012 solo un’impresa piccola su cinque è riuscita a far fronte agli impegni finanziari). E non sorprende che il 28,8% delle imprese della sicurezza, negli ultimi dodici mesi, non abbia effettuato investimenti, con una percentuale che sale al 36,5% nelle previsioni 2013. Chi però ha investito, lo ha fatto in chiave strategica: per adeguamenti strutturali sì, ma anche per ammodernamenti funzionali e di qualità.
In una parola: “le aziende hanno investito in innovazione, che è la base fiduciaria su cui costruire qualsiasi forma di occupazione stabile” – commenta Pierluigi Ascani di Format Research.